RISPETTO PER IL POPOLO ABORIGENO

Disegnata dall'artista Aborigeno Elder Harold Thomas nel 1971, questa bandiera simbolizza l'identità Aborigena.

NERO è il colore della pelle aborigena - ROSSO è il colore della terra australiana - GIALLO è il sole

Purtroppo c'è un nuovo significato abbinato oggi al colore ROSSO ed è il sangue versato dal popolo aborigeno per mano degli invasori.

La questione degli aborigeni australiani e di quelli di tutto il mondo è delicata e difficile da affrontare. Credo che per chi voglia avvicinarsi a loro e al didjeridu la cosa principale sia di avere il massimo rispetto e la totale assenza di giudizio per le modalità con le quali essi esistono.

Il didjeridu è diffuso in tutto il mondo e tante persone hanno trasformato la propria vita tramite lui. Tante altre ne fanno un uso personale di ricerca e spiritualità e altre ancora si divertono musicalmente e creano composizioni e melodie originalissime. Credo che sia importante non toccare in nessun modo le "cose" aborigene, cioè la loro spiritualità e il loro modo di suonare sacro. Abbiamo di fronte un alberello cavo che rende disponibili al suonatore una infinità di mondi da cui attingere....

andiamo lì, nei nostri mondi!

Gli amici aborigeni Wadumbah e anche Mark Atkins mi hanno detto: "Moreno continua a suonare senza nulla prendere dal nostro popolo, nessun ritmo, nessun nome, nessuna decorazione sacra.... fai la tua musica e non fare competizioni con lo strumento!"

Io cerco di farlo con rispetto


 

Ho collaborato con il gruppo aborigeno di musica e danze WADUMBAH Dance Group, originario della trib Walmatjerri del Kimberley, organizzando loro spettacoli e incontri in Italia.

Il percorso dei Wadumbah ha il fine di mantenere vivo lo spirito della cultura aborigena australiana, di migliorare la consapevolezza e la determinazione della gente aborigena, di aiutare il cammino dei nativi di tutti i paesi e di creare un rapporto tra gli aborigeni e i non aborigeni. Il repertorio dei Wadumbah comprende danze provenienti da tutto il Western Australia, ma si concentra soprattutto sulle danze Noongar del sud del Western Australia.

http://www.wadumbah.com.au/


LA GENERAZIONE RUBATA. Fino agli anni '70 venivano sequestrati bambini aborigeni mezzosangue nati dall' incrocio tra inglesi e nativi. Il loro destino erano i centri di rieducazione, missioni gestite da preti e suore, poste lontanissime dai luoghi di prelievo dei bambini. Spesso i ragazzi fuggivano, anche molti anni dopo, per ritrovare le proprie madri e il proprio clan dall'altra parte dell'Australia.

(sequenze del film "La generazione rubata"... la prima foto documenta il "rapimento legale" dei bimbi)


 

STRUMENTI DJALU ORIGINALI - Tra il 1999 e il 2001 venni accreditato come dealer certificato di autentici pezzi Djalu Gurruwiwi del clan Galpu (Nhulunbuy-Arnhem Land). Questi strumenti, veramente speciali, sono raccolti e decorati da Djalu e la sua famiglia. Djalu è molto conosciuto in Australia e oggi anche nel mondo. Tutto ciò era stato possibile grazie a Gianluca Valentini, un amico filantropo che aveva abbracciato la causa e creando con altri amici australiani questa organizzazione negli interessi di Djalu stesso, in modo che si re-impossessi del proprio nome e di una maggior parte del valore originato dalla sua arte. Dopo la creazione di Rripangu Yirdaki (società e website) tutta l'operazione è poi passata nelle mani di Djalu e della sua famiglia e gli introiti sono unicamente diretti a loro.

 


Due parole sul libro "Mutant Message Down Under" ("E venne chiamata due cuori") di Marlo Morgan.

Testo tratto dal sito della "Dumbartung Aboriginal Corporation".

Si deve sapere che non un racconto fondato su dei fatti reali e tantomeno basato sulle esperienze di vita della scrittrice con gli aborigeni. Il libro della Morgan pretende di essere il racconto di una donna americana invitata a vivere con una tribù aborigena, ai componenti della quale diede il nome di persone vere, supponendo che la tribù molto presto si sarebbe estinta. Gli aborigeni l'avrebbero invitata a conoscere la loro cultura e riferire di essa al mondo. Inizialmente il libro fu pubblicato come un resoconto di fatti, ma gli stessi indigeni Australiani dubitarono di ciò. La Morgan fece delle affermazioni sulla cultura aborigena australiana mai sentite prima; ad esempio un uomo che rivela "affari segreti di donne". Il Dumbartung Aboriginal Corporation fece delle ricerche parlando con le comunità aborigene di questa "tribù sconosciuta" del libro, chiedendo se qualcuno avesse incontrato la Morgan nei suoi viaggi al centro dell'Australia. Nessuno rispose mai di si. La cronaca di queste indagini è su Internet e rivela quanto sia falso ciò che vi è scritto sulle usanze degli aborigeni sul libro. Nel 1996 una delegazione formata in maggioranza da aborigeni andò negli Stati Uniti per esprimere il loro dolore e per impedire la produzione del film tratto dal libro. Una settimana dopo la Morgan ammise di aver mentito e che il racconto era fasullo e la casa di produzione ritirò il progetto. L'editore Harper Collins ha ripubblicato il libro come narrativa; purtroppo la prefazione di quattro pagine non è cambiata proprio dove la Morgan afferma l'autenticità di ciò che ha scritto, con l'approvazione degli aborigeni. Inoltre dichiara di essere tornata in Australia nel 1994 per visitare la stessa tribù sconosciuta che l'avrebbe incoraggiata nella sua "missione". Burnum Burnum un aborigeno che ha lottato per i diritti degli aborigeni australiani fece una dichiarazione in favore del libro, dopo aver conosciuto la verità ritrattò la dichiarazione che però è ancora stampata nella vecchia versione sulla nuova edizione, ma ormai lui è morto. Questo libro/romanzo sta ingannando il lettore: ormai è stato tradotto in tante lingue ed è diventato un bestseller in molti paesi. Questo diffondersi di bugie sulla cultura aborigena non è salutare. Per saperne di più si può visitare il sito della "Dumbartung Aboriginal Corporation" dove è possibile trovare informazioni sulle indagini fatte per scoprire la verità e leggere le dichiarazioni di Antropologi sulle assurdità dichiarate dalla scrittrice.

www.dumbartung.org.au


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